Lavoro da casa e forma fisica

 

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Una delle difficoltà principali che ho riscontrato lavorando da casa è quella di riuscire a scindere la vita professionale da quella personale e familiare.

Al contrario di quanto molti pensino, un’attività svolta da casa non è cosa da poco e richiede tempo e impegno per avere successo. Per questo motivo, se non si vuole rischiare di trascurare se stessi o la famiglia, servono autodisciplina, equilibrio e capacità di organizzazione.

Nei primi tempi in cui lavoravo come freelance, l’attività che il più delle volte facevo passare in secondo piano era quella fisica: avrei voluto fare movimento per almeno mezz’ora al giorno ma, per quanto consapevole che 30 minuti non fossero un tempo infinito, in molti casi non riuscivo davvero a trovarli. Così mi sono detta: perché non fare, invece di un’unica sessione di mezz’ora, piccoli allenamenti di circa 10 minuti ciascuno? Ebbene, è stata una svolta ed è per questo che sono qui a consigliarvi di fare lo stesso se non avete ancora trovato la strada giusta per voi.

Chi, come me, lavora per tutto il giorno al computer rischia di avere uno stile di vita troppo sedentario, con effetti negativi sull’aspetto, sulla salute e persino sull’umore. Quindi basta rimandare, il momento giusto per cominciare è ora!

Come organizzo i miei allenamenti

Per il momento ho previsto tre o quattro sessioni al giorno di circa dieci minuti ciascuna:

  1. La mattina appena sveglia svolgo degli esercizi a corpo libero, in particolare squat, crunch, flessioni, affondi, ticep dip, jumping jack.
  2. Dopo pranzo, mi armo di MP3 e mi faccio 10 minuti su e giù dalle scale.
  3. Il pomeriggio, altri dieci minuti di esercizi a corpo libero, ripetendo quelli della mattina o variando.
  4. La sera prima di dormire, se ne ho le forze, eseguo ancora qualche esercizio a corpo libero oppure, se sono troppo stanca, mi limito a un minuto di plank.
  5. In vari momenti della giornata, ad esempio nelle pause che sarebbe opportuno fare almeno per ogni ora di lavoro, faccio un po’ di stretching.

Allenamenti brevi distribuiti in più momenti della giornata sono più gestibili anche se si hanno bambini, che possono essere coinvolti e abituati sin da piccoli a fare esercizio.

In conclusione…

Un allenamento di questo tipo è una buona soluzione per evitare di essere troppo sedentari; in più, accanto all’uso di una sedia adeguata, la giusta attività fisica aiuta noi lavoratori da casa a evitare brutti mal di schiena.

Se vi serve l’ispirazione o una guida per i vostri esercizi, potete scaricare delle app specifiche o leggere alcuni utili post che ho salvato nella mia bacheca Lifestyle – Fitness su Pinterest.

 

 

 

Soggiorno relax al Sol Y Mar Paradise Beach di Safaga

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Dopo aver diligentemente recensito l’hotel Sol Y Mar Paradise Beach su Booking, eccomi qui a raccontare in modo più dettagliato la mia esperienza.

Pur conoscendo questa struttura già dai tempi in cui lavoravo come assistente turistica, non mi era mai capitato di viverla come ospite e questa esperienza mi ha lasciata completamente soddisfatta, superando addirittura le mie aspettative.

La scelta della struttura

Ho prenotato il soggiorno online, con poco anticipo, per concedermi una pausa rilassante dopo aver concluso un grosso lavoro di traduzione. Avevo deciso di trascorrere questa breve vacanza con mia madre e mia figlia di due anni, quindi mi serviva una struttura adatta ai bambini, con un facile accesso al mare e spiaggia sabbiosa. Altri requisiti importanti: la pulizia, per me irrinunciabile a prescindere dalla destinazione, e il prezzo contenuto.

Vivendo a Hurghada, non volevo avere la sensazione di essere in spiaggia “sotto casa”, pertanto ho concentrato le mie ricerche nella zona a Sud della città, tra Makadi Bay e Safaga. Le valutazioni e le recensioni degli utenti hanno fatto il resto e in men che non si dica ho prenotato al Sol Y Mar Paradise Beach.

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Arrivo e check-in

Al nostro arrivo in auto, un addetto ci ha aiutato a scaricare i pochi bagagli che avevamo con noi e ci ha accompagnato alla reception per il check-in.

Nonostante fossimo in anticipo, non abbiamo dovuto attendere le 13.00 per avere la camera e il personale è stato talmente gentile da assegnarci senza sovrapprezzi un grazioso bungalow in posizione comodissima, a due passi dal ristorante e dalla reception e praticamente sulla spiaggia.

La camera

La camera era piccola ma perfetta per le nostre esigenze. Gli addetti alle pulizie si sono dimostrati molto efficienti, non mancando di regalarci simpatiche composizioni fatte con gli asciugamani. Ne vedete un esempio qui sotto, sicuramente dedicato alla piccola di casa.

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Un pensiero carino per la mia bimba.

La spiaggia e gli spazi esterni

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La spiaggia del Sol Y Mar Paradise Beach di Safaga non è grandissima ma è abbastanza ampia da consentire una disposizione degli ombrelloni non troppo vicini tra loro.
L’accesso al mare è sabbioso e il fondale è regolare, quindi non servono scarpette per fare il bagno a breve distanza dalla riva. Subito dopo le boe di delimitazione, ci sono formazioni di corallo, un piccolo assaggio di ciò che il Mar Rosso ha da offrire.

L’hotel ha anche una piscina (che non abbiamo mai usato) e una piccola area adiacente adibita a parco giochi per i bimbi.

Attorno al ristorante principale e al vicino beach bar si sviluppa tutta la zona esterna con i tavolini, dalla quale si accede al piccolo anfiteatro e al ristorante à la carte.

L’hotel ha anche un centro benessere, un Aqua Center e uno spazio con cavalli e dromedari, ma non ve ne parlerò perché non li abbiamo utilizzati.

Cibo e bevande

Tutti gli ospiti dell’hotel usufruiscono della formula all inclusive, classica o soft (con o senza alcolici). I pasti vengono serviti presso il ristorante principale e le bevande nei vari bar della struttura. Va detto che, forse perché in bassa stagione, era in funzione solo il bar adiacente al ristorante e la zona discoteca era chiusa, ma anche in questo caso non è stato un problema per noi.

La cucina del Sol Y Mar Paradise Beach è internazionale e, a mio parere, all’altezza di quella provata in strutture egiziane di categoria superiore.
A colazione si trovavano alternative sia dolci sia salate, compresi frutta e yogurt per i salutisti. Sia a pranzo sia a cena il buffet proponeva sempre piatti a base di carne e di pesce, verdure cotte e crude, pasta cucinata al momento, frutta e una vasta scelta di dolci. La cena, almeno nei tre giorni del mio soggiorno, era a tema: il venerdì cinese, il sabato egiziana e la domenica italiana.

Animazione e svago

Ho particolarmente apprezzato il fatto che lo staff di animazione fosse presente ma non invadente. Venivano organizzate diverse attività durante il giorno, come lo stretching, i tornei di bocce e le freccette, mentre le serate partivano con la baby disco e proseguivano con musica o bingo.
Immagino che il programma delle attività fosse adattato al periodo e alla tipologia di clientela, prevalentemente adulta, ma sono stata molto contenta delle attenzioni che i ragazzi dell’animazione e, in generale, tutto il personale dell’hotel, hanno dedicato a mia figlia: non sono mai mancati sorrisi, complimenti e piccole gentilezze.

Check-out e partenza

Il check-out era previsto per le 12.00. Entro quell’ora abbiamo riconsegnato le chiavi della camera e la tessera dei teli mare a abbiamo saldato il conto. Anche in questa occasione, abbiamo avuto la riconferma della cortesia e dell’attenzione del personale, che ci ha concesso di continuare a usufruire dei servizi dell’hotel fino alle 14.00, orario in cui la nostra auto è venuta a riprenderci per riportarci a casa.

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Io e la mia bimba in un momento di relax

Anche se breve, questo soggiorno mi ha rigenerato dopo un periodo di lavoro intenso e non vedo l’ora di ripetere l’esperienza.

Mi sento di consigliare il Sol Y Mar Paradise Beach di Safaga come hotel dall’ottimo rapporto qualità-prezzo, ideale sia per una vacanza all’insegna del relax sia come base di partenza per esplorare le bellezze del Mar Rosso o le ricchezze culturali del Sud dell’Egitto.

 

 

 

 

 

Prepararsi a vivere all’estero facendo gli assistenti turistici

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La prima volta che sono arrivata in Egitto non per vacanza, l’ho fatto da assistente turistica.

Lavorare per un tour operator italiano è un ottimo punto di partenza se si vuole provare a vivere all’estero senza staccarsi completamente dalla madrepatria: si è tutelati da un contratto regolare, con tutte le coperture assicurative e i permessi che servono, si hanno dei referenti ai quali appoggiarsi per qualsiasi dubbio o problema, si ha alle spalle un’organizzazione che dà quella serenità che magari non si avrebbe partendo “allo sbaraglio”.

Ma che cosa fa un assistente turistico? Cerco di spiegarvelo in poche parole.

Le mansioni dell’assistente turistico

Quanto vi dirò ora si basa sulla mia esperienza, ma potrebbe non valere per coloro che lavorano o hanno lavorato per altri tour operator, ognuno dei quali ha figure specifiche con compiti ben definiti.

L’assistente turistico è la figura responsabile di assicurare che gli ospiti abbiano un soggiorno sereno, dall’arrivo alla partenza, verificando che tutto vada come dovrebbe e intervenendo in caso di problemi. Accoglie i turisti in aeroporto, li accompagna in hotel, è sempre a disposizione per qualsiasi domanda o esigenza, si occupa delle riunioni informative di inizio soggiorno, propone le escursioni facoltative, conferma i voli di rientro, ecc.

Gli orari di lavoro di un assistente turistico sono molto flessibili e vengono stabiliti settimanalmente in base al numero di ospiti da gestire, all’operativo dei voli e così via. Oltre a essere presente in uno o più hotel in determinate fasce orarie, l’assistente in loco dovrà essere sempre reperibile, di giorno e di notte, per emergenze o necessità particolari dei suoi ospiti. Anche il giorno di riposo, di conseguenza, non sempre è garantito.

Inutile dire, quindi, che chi parte come assistente turistico deve essere ben consapevole di ciò che andrà a fare: non sarà “sempre in vacanza” come molti pensano; se fatto bene, questo è un lavoro impegnativo, che richiede passione e tanta tanta pazienza.

Fare l’assistente turistico e lavorare viaggiando

Gli assistenti turistici sono in genere lavoratori stagionali e, con qualche eccezione, vengono spostati in nuove destinazioni mediamente ogni sei mesi. Questa professione dà pertanto la possibilità di lavorare e contemporaneamente conoscere culture e luoghi diversi.

A questo punto, però, va fatta una distinzione tra assistenti residenti e itineranti: i primi sono perlopiù fissi in un villaggio o resort nel quale hanno la loro stanza e in cui trascorrono la maggior parte della giornata; i secondi, invece, seguono gli ospiti di più strutture della zona, si spostano in auto e possono avere una camera in hotel o un alloggio all’esterno. Per gli assistenti itineranti è più facile calarsi nello spirito di un Paese e capire se questo possa essere l’eventuale base in cui mettere radici perché, necessariamente, lo si vive di più.

I lati negativi del lavoro di assistente turistico

Sono stata assistente turistica a tempo pieno per quasi tre anni. Ho svolto questo lavoro con impegno, cercando di farlo al meglio, ma a un certo punto ho detto basta.

Quando si intraprende una professione di questo tipo, bisogna avere ben chiaro che tutti gli aspetti della propria vita saranno condizionati dal lavoro. Essendo responsabili di molte persone, si può essere contattati in ogni momento, anche mentre si sta dormendo o ci si sta godendo un meritato giorno di riposo al mare, e alcune situazioni potrebbero richiedere che si lasci quello che si sta facendo per correre in hotel, in aeroporto o, in casi estremi, in ospedale.

Per queste ragioni, consiglio senza alcun dubbio il lavoro di assistente turistico ai giovani, sia a quelli più socievoli, che amano il contatto con le persone, sia a quelli timidi, per superare la loro timidezza. Allo stesso tempo, però, credo sia doveroso sottolineare che, se si ha una relazione seria, una famiglia, una casa propria, le priorità cambiano e i ritmi di questa professione possono diventare insostenibili.

Se avete domande o volete approfondire l’argomento, lasciatemi i vostri commenti o mettetevi in contatto tramite la pagina Facebook.

 

 

Lavoro e Web: occhio alle truffe

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Da quando ho iniziato a lavorare da casa, sono costantemente alla ricerca di nuovi clienti e di nuove opportunità di lavoro su Internet.

Purtroppo, però, oltre a offerte convenienti e interessanti, se ne trovano altrettante che mirano a truffare e spillare soldi a chi vuole lavorare onestamente. Se un annuncio vi fa sorgere dei dubbi, quindi, vi consiglio di lasciar perdere.

In particolare, diffidate di chi vi chiede soldi per iniziare a lavorare, a meno che non si tratti di attività imprenditoriali (ad esempio, Network Marketing) in cui è necessario un investimento iniziale per acquistare i prodotti che poi dovrete vendere. Ciò non vale invece per traduttori, Web writer o SEO writer: voi offrite un servizio per il quale dovete ricevere un compenso e non versare del denaro.

Da evitare anche chi vi contatta per proporvi un lavoro senza citare il nome e i dati di contatto della propria azienda o agenzia, senza indicare il sito Web aziendale o il proprio indirizzo fisico oppure introducendo numerosi errori di ortografia nel messaggio di posta elettronica: ci sono in giro molte agenzie che potremmo definire “fantasma”, che si appropriano del vostro curriculum e accettano lavori spacciandosi per voi. In genere, questi soggetti vi propongono progetti con compensi da fame, che non sempre vengono versati. Se accettate, può darsi che siate pagati; se non accettate, esiste comunque la possibilità che il lavoro venga svolto da qualcun altro a vostro nome, magari male, mettendo a rischio la vostra reputazione. In caso di mancato pagamento o di alti problemi con queste agenzie, c’è ben poco da fare, dato che, in pratica, non esistono.

Prima di accettare lavori da agenzie poco trasparenti, insistete per ricevere ulteriori dettagli e consultate il Web per trovare pareri di altre persone che abbiano già avuto esperienze con loro. Se non trovate traccia di quell’agenzia o azienda su Internet, è molto probabile che non esista.

Lasciatemi i vostri commenti o contattatemi privatamente per parlare delle vostre esperienze negative sul Web e aiutare gli altri a non cadere nelle stesse trappole.

Lavoro freelance: diventare imprenditori di se stessi

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Se avete deciso di lavorare come freelancer, dovete essere anche pronti a diventare imprenditori di voi stessi. Ora, tutte le scelte spetteranno a voi, dagli orari di lavoro ai metodi di promozione della vostra attività, passando per la gestione dei rapporti con la clientela.

Diventare dei lavoratori freelance significa avere la completa responsabilità delle proprie scelte e assumersi tutti i rischi che questo comporta.

Lavorare da freelancer richiede impegno, passione e perseveranza. Iniziare può essere difficile ma non bisogna perdersi d’animo: prima o poi l’occasione giusta arriverà. Internet è uno strumento fondamentale per farsi conoscere e per proporre la propria collaborazione, ma anche il passaparola è importante, quindi fate in modo che tutti i vostri committenti, anche quelli per cui avete svolto solo piccoli incarichi, siano sempre soddisfatti del vostro operato. Siate gentili, disponibili, professionali e se delle istruzioni non sono chiare chiedete: meglio una domanda in più che un lavoro non all’altezza delle aspettative di un cliente.

Lavorando da soli, a volte si può rischiare di entrare in contatto con le persone sbagliate, ma bisogna essere pronti a rialzarsi e ripartire più forti e convinti di prima. Tuttavia, per evitare le brutte esperienze e le truffe, è sempre meglio documentarsi sui clienti svolgendo ricerche online e tenere gli occhi aperti per cogliere quegli indizi che possono farci sorgere dei dubbi sulla persona con cui abbiamo a che fare.

Una volta trovati dei clienti con cui collaborare, non restate con le mani in mano: continuate a proporvi, a contattare agenzie, a cercare nuove opportunità. La promozione di voi stessi deve diventare parte integrante della vostra attività quotidiana.

Organizzate le vostre giornate imponendovi degli orari di lavoro più o meno fissi: ciò vi consentirà di ritagliare del tempo per la vostra famiglia e per voi stessi, perché se gli affari sono importanti, gli affetti e lo svago lo sono altrettanto, se non di più. Spesso noi freelancer siamo stressati pur lavorando a casa, il più delle volte perché non riusciamo a staccare.

Infine, cercate di gestire i “periodi di magra” con lo stesso entusiasmo con cui affrontate quelli particolarmente indaffarati: ci sono sempre occasioni e nuove possibilità da cogliere e dovete essere pronti a farlo.

Come fare le valigie per non dimenticare nulla

Open suitcase with clothes and personal things packed for travelling

Nei miei numerosi spostamenti tra Egitto e Italia, da un paio d’anni anche con pupa al seguito, credo di essere diventata una vera professionista nella preparazione dei bagagli e oggi condividerò con voi il mio metodo.

Quante volte ci capita di fare le valigie, pensare di aver preso tutto e poi, una volta arrivate a destinazione, scoprire di aver dimenticato qualcosa?

Per evitare che questa brutta esperienza si ripeta, ci ripromettiamo ogni volta di fare più attenzione ma puntualmente ecco che ci ricaschiamo. Come si fa una valigia perfetta, che contenga tutto ciò che ci serve e allo stesso tempo non sia troppo piena o eccessivamente pesante? La parola chiave è organizzazione.

Consiglio di cominciare con il bagaglio più importante, quello a mano, che dovrà contenere tutto ciò che servirà per il viaggio e i beni di valore. Ad esempio, se prevedo di prendere l’aereo, metto passaporto e biglietto in una cartelletta portadocumenti e controllo di avere con me una penna per compilare eventuali moduli per l’immigrazione se viaggio all’estero. A questo punto aggiungo soldi, fazzolettini, eReader, occhiali da sole, pettine, qualche trucco per darmi una sistemata prima dell’atterraggio. Per mia figlia preparo uno zainetto con l’occorrente per il cambio, qualche snack e dei giocattoli poco ingombranti.

Per la preparazione del resto del bagaglio, procedo in questo modo: prendo una giornata tipo e la percorro mentalmente dall’inizio alla fine. Per esempio, penso che mi alzo la mattina, metto le ciabatte e vado in bagno a lavarmi i denti (spazzolinodentifriciofilo interdentalecollutorio) e il viso (latte detergentetonicocrema idratante), poi mi preparo per andare al mare (costumepareo e/o copricostumecappelloborsa da spiaggiacreme protettive). Di questo passo, arrivo fino a sera, al momento di indossare il pigiama.

A seconda della durata del soggiorno e dello spazio in valigia, valuto se portare con me più varianti dello stesso capo o accessorio o limitarmi a un paio di alternative.

Infine, se il mio viaggio prevede visite culturali o escursioni avventurose, metto in valigia anche vestiti o calzature adatti a queste occasioni.

Può essere consigliabile preparare una lista scritta per la valigia perfetta, in modo tradizionale, con carta e penna, o in modo tecnologico, utilizzando un’app specifica, particolarmente utile nel caso in cui si voglia memorizzare l’elenco e riutilizzarlo per eventuali viaggi futuri.

Organizer per valigia

Da un annetto ho iniziato a usare degli organizer per valigia, molto utili per tenere tutto in ordine, soprattutto in caso di viaggi brevi o itineranti. Ne ho parlato sulla pagina Facebook nel post che trovate qui sotto.

Organizer per valigia

Living Abroad

Se siete approdati su questo blog, forse vivete all’estero come me o state pensando di trasferirvi.

“Living Abroad” è un blog personale dove si parla di vita all’estero, viaggi e lavoro da remoto. Non vuole essere una guida né un manuale di istruzioni ma soltanto una raccolta di esperienze, spunti e idee molto molto personali.

Mi sono trasferita in Egitto nel 2008. Vivo a Hurghada con mio marito e la mia bambina e per lavoro traduco e scrivo per il Web. Amo parlare e sognare di viaggi, leggo molto e tutto mi incuriosisce.

Se avete le mie stesse passioni, se state considerando di trasferirvi all’estero o, ancora, se state cercando il coraggio per fare questa scelta di vita, forse siete nel posto giusto.